La lotta al riciclaggio di denaro resta una delle sfide più complesse per il sistema bancario e finanziario italiano. Un caso emblematico si è verificato a Mantova, dove il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brescia ha scoperto 41 operazioni sospette mai segnalate alla Banca d’Italia, per un ammontare complessivo superiore al milione e mezzo di euro. Secondo gli investigatori, la filiale mantovana di Banca Carige non avrebbe rispettato la normativa antiriciclaggio (AML), ignorando gravi anomalie nei flussi finanziari.
Le omissioni della banca: sotto accusa il direttore di filiale
Al centro dell’indagine vi è il direttore di filiale, formalmente responsabile dell’attuazione delle misure antiriciclaggio di primo livello.
L’uomo è accusato di non aver segnalato transazioni sospette, in particolare prelievi di contanti frequenti e ingenti da conti correnti riconducibili a soggetti sotto inchiesta.
Il mancato invio delle SOS (segnalazioni di operazioni sospette) all’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia costituisce una violazione rilevante delle regole AML, potenzialmente punibile con sanzioni amministrative molto pesanti.
L’operazione “Swiss Opportunities” e le truffe tra Italia e Dubai
Le indagini sono partite dopo l’operazione “Swiss Opportunities”, che ha portato all’arresto di quattro persone accusate di associazione a delinquere transnazionale finalizzata a truffa, riciclaggio e abusivismo finanziario.
I criminali avrebbero sottratto circa 7,6 milioni di euro a 162 risparmiatori, proponendo falsi investimenti con promesse di rendimenti irrealistici.
Parte dei fondi erano destinati anche a conti offshore internazionali, a conferma della natura internazionale del circuito fraudolento.
Come funziona la normativa AML in Italia
La normativa antiriciclaggio italiana si basa su un sistema multilivello che impone alle banche, tra gli altri soggetti obbligati, di identificare, monitorare e segnalare tutte le operazioni anomale o potenzialmente legate al riciclaggio di denaro o al finanziamento del terrorismo.
Le banche devono dotarsi di presìdi AML interni e adottare misure di adeguata verifica della clientela, nonché segnalare prontamente le operazioni sospette alla UIF della Banca d’Italia.
L’inosservanza di tali obblighi, come nel caso di Mantova, può costare sanzioni pari fino al 40% dell’importo non segnalato.
Le conseguenze penali ed economiche delle omissioni
L’omissione di segnalazioni AML non solo mette a rischio il sistema economico-finanziario, ma espone gli istituti e i loro dirigenti a responsabilità civili, amministrative e penali.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è stato già investito della questione per comminare le relative sanzioni pecuniarie.
Inoltre, simili casi minano la credibilità del sistema bancario e favoriscono indirettamente il prosperare delle organizzazioni criminali nel circuito dell’economia legale.
Un campanello d’allarme per il sistema bancario
Il caso di riciclaggio a Mantova rappresenta un campanello d’allarme su come anche una singola filiale possa diventare l’anello debole del sistema.
Rafforzare i controlli interni, aggiornare costantemente i sistemi informatici AML e formare il personale sulla vigilanza antiriciclaggio sono oggi azioni imprescindibili.
In un’epoca in cui il riciclaggio internazionale si muove con rapidità tra Europa, Emirati Arabi e altri hub finanziari globali, l’Italia non può permettersi alcuna leggerezza.